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Tommaso Montanari, Einaudi 2011
C'è un'idea - di casa persino al ministero dei Beni culturali italiano in questi anni - secondo cui l'Italia potrebbe diventare una grande «Disneyland culturale»: ma è davvero a questo che serve il tessuto artistico e paesaggistico che abbiamo ereditato e che stiamo rovinando? Per rispondere, si può partire dalla storia di un crocifisso attribuito a Michelangelo e acquistato dal governo Berlusconi per piú di tre milioni di euro: raccontarla significa parlare del potere del mercato, dell'inadeguatezza degli storici dell'arte, della cinica manipolazione dei politici e delle gerarchie ecclesiastiche, del perverso sistema delle mostre, del miope opportunismo dell'università e della complice superficialità dei mezzi di comunicazione. Il degrado del ruolo della storia dell'arte nel discorso pubblico accompagna la metamorfosi del ruolo del patrimonio storico e artistico: da gratuito strumento di crescita culturale garantito dalla Costituzione, a parco dei divertimenti a pagamento.
Alice Leone, Paolo Maddalena, Tommaso Montanari, Salvatore Settis, Einaudi 2013
Nel 1948 la Repubblica ha risposto all'invocazione lanciata quattro secoli prima da Raffaello: la Costituzione ha spaccato in due la storia dell'arte italiana, assegnando al patrimonio storico e artistico della nazione una missione nuova al servizio del nuovo sovrano, il popolo. La storia dell'arte è in gran parte la storia dell'autorappresentazione delle classi dominanti. Ma la Costituzione le ha dato un senso di lettura radicalmente nuovo. Il patrimonio artistico è divenuto un luogo dei diritti della persona, una leva di costruzione dell'eguaglianza, un mezzo per includere coloro che erano sempre stati sottomessi ed espropriati. L'articolo 9 ha fatto di più: ha sancito solennemente l'unione indissolubile del patrimonio storico e artistico e del paesaggio, e ha trasformato in progetto il ruolo etico e politico che questa unione ha giocato nella storia d'Italia. Le interpretazioni della Corte costituzionale hanno ampliato ancora questa visione originalissima, prendendo coscienza che il primo e più essenziale bene comune è l'ambiente, la cui tutela in nome dell'interesse pubblico è condizione essenziale per la stessa esistenza di una democrazia moderna. Il progetto della Costituzione sull'ambiente, sul paesaggio e sul patrimonio artistico è la promessa di una rivoluzione: sta a noi mantenerla.
Tommaso Montanari
Perché il valore civico dei monumenti è stato negato a favore del loro potenziale turistico, e quindi economico? Perché la «valorizzazione» del patrimonio culturale ci ha indotti a trasformare le nostre città storiche in «luna park» gestiti da avidi usufruttuari? Lo storico dell’arte Tomaso Montanari ci accompagna in una visita critica del nostro paese: dallo showroom Venezia, a una Roma dove si delira di piste di sci al Circo Massimo, a una Firenze dove si affittano gli Uffizi per sfilate di moda e si traforano gli affreschi di Vasari alla ricerca di un Leonardo inesistente, a una Napoli dove si progettano megaeventi mentre le chiese crollano e le biblioteche vengono razziate, all’Aquila che giace ancora in rovina mentre i cittadini sono deportati nelle new town, scopriamo che l’idea stessa di comunità è stata corrotta da una nuova politica che ci vuole non cittadini partecipi ma consumatori passivi. Le pietre e il popolo non è solo un durissimo pamphlet contro la retorica del Bello che copre lo sfruttamento delle città d’arte, ma è un manuale di resistenza capace di ricordarci che la funzione civile del patrimonio storico e artistico è uno dei principi fondanti della nostra democrazia, e che l’Italia può risorgere solo se si pensa come una «Repubblica basata sul lavoro e sulla conoscenza».
Achille Bonazzi, Skira 2012
Il volume, voluto dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del IX centenario della fondazione della cattedrale di Cremona, presieduto da Carla Di Francesco, è incentrato sugli interventi di restauro realizzati negli ultimi vent’anni nella Cattedrale di Cremona. Lo scopo è molteplice: non solo presentare le novità emerse durante i lavori, come il recupero delle cappelle del Santissimo Sacramento e della Madonna del Popolo, dell’altare di San Michele e di quello della Madonna delle Grazie, ma anche fornire la documentazione delle sculture interne del grande rosone del Porrata (1274) e dei loggiati esterni, con indicazione dei marmi, dell’epoca di realizzazione e dello stato di degrado; così che gli storici, in assenza di documenti d’archivio, possano definire meglio le fasi costruttive di questo complesso monumento. Infine, si vuole rendere memoria storica delle modalità di intervento quale premessa necessaria per l’ordinaria manutenzione e per eventuali futuri restauri. Il libro – curato da Achille Bonazzi, delegato vescovile per la diocesi di Cremona e regionale per la Lombardia per i beni culturali di proprietà ecclesiastica, docente alla facoltà di Scienze dell’Università di Parma – è ritmato sui diversi periodi storici e si avvale anche di scritti di storici dell’arte quali Lia Bellingeri, Giorgio Bonsanti, Marco Tanzi e Giusy Zanichelli.
Marco Ermentini, Nardini 2008
Marco Ermentini, Nardini 2010
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